ANDREA VITALI

Data 31 agosto 2024
Orario dalle 21.30 alle 22.30
Luogo Sito archeologico di Nora

Andrea Vitali, nato nel 1956 a Bellano (Lecco), è uno scrittore Italiano. Dopo aver frequentato il liceo Manzoni di Lecco, si laurea in medicina all’Università Statale di Milano ed esercita come medico di base nel suo paese natale. Come scrittore prolifico, esordisce nel 1990 con “Il procuratore”.

Vince il Premio Piero Chiara nel 1996 con “L’ombra di Marinetti” e raggiunge il successo nel 2003 con “Una finestra vistalago” (Premio Grinzane 2004).

Tra gli altri riconoscimenti, vince il Premio Bancarella nel 2006, il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway nel 2009. Ha pubblicato numerosi romanzi, tra cui “La figlia del Podestà”, “Le tre minestre”, e “Certe fortune”.

I suoi libri sono editi principalmente da Garzanti e Einaudi e tradotti in vari paesi.

Ha vinto numerosi premi letterari, tra cui il Premio Casanova, il Premio Isola di Arturo Elsa Morante, e il Campiello sezione giuria dei letterati, ed è stato finalista al Premio Strega con “Almeno il cappello”.

Eredi Piedivico e famiglia

Tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento, la saga, senza eccessi, di un’inquieta famiglia lombarda. Una storia divertente e amara che infine, come una fiaba, apre il cuore alla speranza.

«La pianura è sorella del lago. Per questo ne ho subito il fascino ancor prima di conoscerla, quando leggevo i racconti di Guareschi» (Andrea Vitali). Oreste Piedivico, classe 1901, veterinario di Manerbio, provincia di Brescia, è ben visto da tutti nella zona della Bassa che è la sua condotta. Sempre disponibile, sempre pronto a sfrecciare sulla sua Benelli per visitare un mulo e far nascere un vitello, o magari un bambino. È anche un buon partito, e quando decide che non vuol più essere signorino, trova subito moglie: la Lidovina, figlia unica di un allevatore. Il matrimonio, però, si rivela più complesso del previsto. Lui non è mai stato tipo da relazioni fisse, e anche se si impegna, nei panni del marito è un po’ impacciato. Mentre lei, in quelli della moglie, è proprio spaesata. Oreste accoglie la vita senza farsi troppe domande, Lidovina non smette mai di rimuginare. Sono diversi, e ancor più diversi saranno i loro eredi. Proprio questi, anni dopo, scopriranno una semplice verità: non c’è bisogno di assomigliarsi per volersi bene.